La terapia in caso di nevralgia del trigemino è essenzialmente
farmacologica, ma in alcuni casi si richiede un intervento chirurgico. Proprio perché il paziente si trova a fronteggiare regolarmente queste fitte di dolore, i farmaci analgesici non riescono a dare sollievo. Possono invece essere d’aiuto
farmaci anticonvulsionanti, miorilassanti e antidepressivi.
I farmaci anticonvulsionanti (carbamazepina, oxcarbazepina, lamotrigina) poiché stabilizzano le membrane nervose (vengono infatti somministrati a chi soffre di epilessia) agiscono positivamente sul dolore neuropatico.
Gli antidepressivi possono essere efficaci sia sulla nevralgia del trigemino che sulla depressione che può svilupparsi in seguito ai sintomi più invalidanti.
Si può tentare la strada della
terapia cortisonica per limitare l’infiammazione del nervo.
La persistenza del dolore può richiedere a sua volta di aumentare il numero dei trattamenti, innescando un circolo potenzialmente vizioso. Fortunatamente, nel 70% dei pazienti si registra una scomparsa completa del dolore grazie ai farmaci.
Nei casi in cui i dolori di grave entità persistono e i farmaci nulla possono contro la loro intensità oppure sono mal tollerati dal paziente, con effetti collaterali indesiderati piuttosto frequenti (trattandosi di farmaci molto pesanti) il medico può consigliare un
intervento chirurgico, di
decompressione microvascolare (
procedura di Janetta) in base a quelle che sono le cause di infiammazione nel trigemino. In effetti, i pazienti che soffrono di
nevralgia trigeminale tipica, resistenti oppure intolleranti ai farmaci, sono candidati ideali all’intervento di decompressione microvascolare.
Se ad esempio è un’arteria a trovarsi in una posizione anomala con relativa pressione sul nervo, è possibile procedere con una decompressione vascolare: il chirurgo esegue un piccolo foro nella zona posteriore del capo, dietro all’orrecchio (
approccio retrosigmoideo), espone il nervo trigemino, lo separa dal vaso interessato, per poi inserire una specie di ammortizzatore (tessuto muscolare autologo o materiale sintetico) di piccole dimensioni fra esso e l’arteria, separandoli. L’intervento si esegue in anestesia generale e ha solitamente un successo immediato e durevole (più di 10-20 anni) nell’ 80% dei casi di
nevralgia trigeminale tipica, ma è comunque da segnalare che nel 10% dei pazienti il dolore si ripresenta.
Se invece è un tumore a causare la compressione del nervo trigemino, la massa può a sua volta essere asportata.
I pazienti con una
nevralgia atipica, con fastidi quali bruciore, intorpidimento del viso, dolore costante senza
trigger point o un’età inferiore ai 40 anni, rispondono scarsamente alla chirurgia di
decompressione microvascolare.
Vi sono infine casi in cui né i farmaci hanno successo, né è possibile procedere all’operazione chirurgica (per l’età avanzata del paziente oppure per rischi legati all’anestesia generale per la presenza di altre malattie). Si ricorre quindi agli
interventi percutanei di tipo distruttivo, con lesione o
interruzione di una parte
del nervo. Queste tecniche interrompono i segnali del dolore e comprendono:
- rizolisi tramite iniezione farmacologica di glicerolo sul ganglio di Gasser attraverso l’utilizzo di un ago nella zona della guancia;
- termorizotomia del ganglio di Gasser con una sonda a radiofrequenza (che producendo calore) per via percutanea nella zona della guancia;
- rizolisi tramite compressione del trigemino con l’utilizzo di un palloncino attraverso la guancia
- radiochirurgia stereotassica del trigemino mediante Gamma Knife (attraverso radiazioni ionizzanti con raggi gamma).
Queste procedure distruttive palliative hanno un tasso di ricorrenza del 50% durante i primi 3 anni dal trattamento e talvolta hanno un’efficacia di appena 2 mesi oppure addirittura assente; nella maggior parte dei casi necessitano di più trattamenti consecutivi.
La nevralgia trigeminale legata ad altre patologie va affrontata con trattamenti specifici, ma, proprio in quanto conseguenza, non è semplice combatterla. Ad esempio, il dolore erpetico dovuto a Herpes Zoster trigeminale va subito trattato con l’assunzione di farmaci antivirali e antidolorifici.