Per chi soffre di
diabete, consumare i pasti presso la propria abitazione spesso può voler dire riuscire a gestire meglio la patologia. A casa di solito abbiamo
la possibilità di consumare maggiormente cibi freschi e magari anche di cucinarli al momento: diversa è la situazione del cosiddetto pasto fuori casa o confezionato che oltretutto a volte viene consumato a orari non regolari o direttamente sul posto di lavoro.
Il dottor Marco Comaschi di
ICLAS di Rapallo (Genova) ci riassume quali sono le buone abitudini da seguire, che possono rivelarsi di aiuto per il ritorno al lavoro.
Curare lo stile di vita e il riposo
Nelle ore in cui non si è al lavoro è opportuno svolgere un’adeguata attività fisica, fare pasti bilanciati e sani e avere orari regolari per ottimizzare il ritmo di sonno e veglia.
Per evitare di trascorrere troppe ore seduti, specie se si lavora in ufficio, bisognerebbe sgranchirsi le gambe ogni 30 minuti circa: alzarsi per andare in bagno oppure camminare mentre si è al telefono. Ancora, una scelta molto benefica è quella di usare la pausa pranzo per fare una passeggiata all’aperto.
Portare con sé un kit con snack e farmaci
Un’altra buona abitudine è quella di portare con sé un kit che contiene snack sani, farmaci, dispositivi per il controllo della glicemia ecc.
Sarebbe opportuno utilizzare in questo caso una piccola borsa frigo, sia in inverno che in estate, per mantenere cibo e medicine alla giusta temperatura. Il kit andrebbe tenuto a portata di mano in azienda e riempito ogni mattina.
Non avere timore di chiedere il supporto dei colleghi
Parlare della propria condizione di salute può essere difficile. Tuttavia, sarebbe meglio riferire del proprio stato ai colleghi, senza sensi di vergogna, spiegando quali sono i rischi legati, come riconoscere un attacco di ipoglicemia, come intervenire e dove trovare i farmaci.
Preparare a casa il pranzo e gli snack
La preparazione di pasti e spuntini sani è stata uno degli aspetti più facili da gestire per i diabetici durante lo smart working. Con il ritorno in presenza, un buon consiglio è quello di preparare a casa il pranzo, gli snack per le pause e le bevande senza zucchero. Per gli spuntini, ad esempio, si può scegliere della verdura cruda come carote, cetrioli, pomodorini, sedano. Tè senza zucchero e tisane sono bevande sane, che possono essere comodamente trasportate in un thermos.
Sul posto di lavoro possono esserci anche tentazioni da limitare come le bevande e i cibi da distributore, come, snack e merendine, i dolci offerti per compleanni e ricorrenze, pranzi e cene insieme in cui è bene non eccedere. Anche in queste occasioni è sempre bene preferire alimenti salutari e bevande non zuccherate, certo senza rinunciare alla socialità.
Riferire al proprio Diabetologo le difficoltà di gestire la routine
Un’ultima indicazione: se durante le ore di lavoro non è possibile gestire la routine, soprattutto in concomitanza di periodi particolarmente carichi e stressanti, bisogna parlarne con il proprio Diabetologo per avere consigli sul da farsi o per modificare adeguatamente, nel caso, il piano di trattamento.
Un buon numero di aziende dispone di una mensa interna, che per la maggior parte delle volte è servita da catering. In questi casi, per obbligo di legge e in base ai contratti, i gestori dei catering formulano pasti idonei ai pazienti affetti da diabete, e sarà quindi sufficiente comunicare la propria condizione al momento della indicazione del menù della mensa.
Se invece l’azienda dispone di una mensa interna con cucina annessa e gestita direttamente, per il pranzo di metà giornata, si può scegliere una mezza porzione di primo piatto, e successivamente un pezzo di formaggio fresco senza pane o similari e un frutto che potrà anche essere consumato più tardi, nel pomeriggio come spuntino. In alternativa potrà essere invece scelto un secondo piatto a base di carne bianca o pesce con contorno di abbondante verdura con un panino. Anche in questo caso la frutta potrà essere consumata dopo.
Per coloro che sono
in terapia insulinica sarà sempre opportuna
una misurazione della glicemia prima di iniziare il pranzo, e sulla base del risultato e in relazione a ciò che si decide di mangiare
dosare la quantità di unità corrette (per esempio, se la glicemia prima del pasto è inferiore a 200 mg/dl, e si decide di mangiare un piatto di pasta asciutta, un piccolo secondo con mezzo panino e un frutto, la dose abituale di insulina dovrà essere incrementata di due unità, mentre se la glicemia fosse stata superiore ai 200 mg/dl, le unità da aumentare sarebbero state quattro).
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