Naturalmente, come in ogni patologia di questo tipo, è bene scegliere di affidarsi a strutture specializzate, in cui confluiscono competenze e tecnologie all’avanguardia. Una di queste è la
Dental Unit della Clinica Privata Villalba di Bologna, coordinata dal dott. Marco Rinaldi, chirurgo orale e specialista in odontostomatologia. L’equipe del
dott. Marco Rinaldi con la collaborazione del
prof. Maurice Mommaerts, direttore dell’European Face Centre e professore presso l’Ospedale Universitario di Bruxelles, inventore della metodica
AMSJI (Addively Manufactured Subperiosteal Jaw Implant), ha eseguito per la prima volta in Italia un intervento di implantologia mascellare del tutto innovativo.
Questo metodo consente al soggetto di svegliarsi dall’anestesia con la protesi già fissata. Il paziente era affetto da
atrofia mascellare estrema. Il nuovo approccio di chirurgia implantare improntato, dedicato proprio ai soggetti con atrofia mascellare di grave entità, ha permesso di rendere l’intervento non complicato e di portarlo a termine in meno di due ore. L’innovazione sta nella
totale personalizzazione dell’intervento, che ha visto l’inserimento di una protesi progettata e costruita per adattarsi all’osso mascellare di quel singolo paziente.
Partendo dalla
TAC e dal modello tridimensionale del mascellare è stata costruita una struttura assolutamente unica, da ancorare all’osso mascellare con viti da osteosintesi. Realizzata in titanio con tecniche ingegneristiche come l’analisi di modelli finiti, l’ottimizzazione topologica per spazio di progettazione, per carichi e condizioni limite, permette di simulare le forze di masticazione per 15 anni.
L’AMSJI, la cui qualità è controllata e certificata, è formato da
due ali fissate con viti da osteosintesi a parti “stabili” del cranio, sottoposte quindi a scarso riassorbimento osseo. Alle ali viene fissata poi una prima barra in titanio e a questa la prima protesi provvisoria lo stesso giorno dell’intervento. Per installare l’AMSJI è necessario esporre l’osso mascellare, trovare la corretta posizione della struttura e fissarla con viti da osteosintesi.
Infine, il chirurgo sutura i
lembi gengivali, avvita la barra in titanio e cementa la protesi provvisoria. Il paziente operato durante questo rivoluzionario intervento, che era completamente privo di denti, è uscito dalla sala operatoria provvisto di un’arcata dentaria fissa. Questa è stata poi sostituita dopo circa 2 mesi con quella definitiva e più elaborata, in cui anche l’estetica ha avuto la sua parte: è infatti possibile ottimizzare i colori e le forme dei denti, a coronamento di un
trattamento rigorosamente personalizzato. ? una notevole inversione di rotta rispetto al passato, in quanto è l’
impianto stesso a essere costruito per il paziente e non il paziente a doversi adattare all’impianto.