L’analisi del battito cardiaco è un’attività dalla lunga storia e conosce un momento particolarmente importante nel 1901, quando Willem Einthoven inventa il primo elettrocardiografo di uso clinico: il galvanometro a corda. La storia prosegue con lo strumento comunemente noto come Holter cardiaco, o
elettrocardiogramma dinamico secondo Holter.
Questo esame prende il nome dal dottor
Norman J. Holter, che con la sua équipe studiò e mise a punto il dispositivo. Dagli anni ’60 in poi, si introducono ulteriori miglioramenti allo strumento, in un’evoluzione che, dalle dimensioni di una valigetta, porta al dispositivo che abbiamo a disposizione oggi, più o meno della grandezza di un cellulare. L’Holter
misura l’attività elettrica del cuore in un arco temporale ben preciso, così da consentire l’analisi più approfondita.
Un elemento particolarmente importante dell’ECG dinamico secondo Holter è la sua natura
non invasiva, che consente al paziente di conservare un buon livello di comfort e allo stesso tempo permette di ottenere dati estremamente rilevanti. Proprio dall’obiettivo di indagine dell’Holter cardiaco dipende anche quanto dura l’esame, anche se vi è un periodo temporale più comune.
A cosa serve e come funziona un Holter cardiaco
In genere, il tempo tradizionale per la registrazione con l’Holter consta infatti di
24 ore, ma l’evoluzione tecnologica ha consentito di andare oltre questo tipo di approccio. Ma prima di tutto,
a cosa serve l’Holter cardiaco e perché è necessario applicarlo per diverse ore?
La
visita cardiologica viene prescritta al paziente in caso di sintomi come
dolore al torace, vertigini, affanno, palpitazioni. Durante questa visita, è possibile che si ricorra a un ECG Holter quando si sospettano patologie o disturbi come:
- Aritmie cardiache, che possono essere di varia natura: dalle bradicardie, in cui la frequenza del battito è irregolare o inferiore allo standard, alle tachicardie in cui è invece superiore, di solito compresa tra i 60 e 100 battiti al minuto. L’aritmia può nascondere la presenza di patologie progressive come la fibrillazione atriale, che può danneggiare nel tempo la capacità del cuore di operare come pompa.
- Ischemia, o cardiopatia ischemica. Il restringimento delle coronarie, dovuto spesso allo sviluppo di placche al loro interno, non consente più al sangue di fluire correttamente verso il miocardio. Nei casi più gravi, in particolare con ischemia miocardica acuta, la mancanza di sostanze nutrienti e ossigeno può portare alla necrosi delle cellule e quindi a un infarto miocardico. La principale difficoltà di gestione di questa condizione potenzialmente molto grave è la sua natura talvolta silente e asintomatica, che non si manifesta quindi attraverso il tipico sintomo dell’angina pectoris.
In particolare, l’elettrocardiogramma dinamico consente proprio di identificare
aritmie o alterazioni discontinue, la cui presenza è quindi irregolare e non prevedibile, e che
non sarebbero individuabili tramite ECG a riposo o sotto sforzo.
Oltre a sciogliere dubbi circa la presenza dei disturbi precedentemente elencati, l’ECG secondo Holter consente anche di
analizzare il sistema cardiaco degli sportivi e delle persone che hanno bisogno di
referti per motivi professionali, legali o assicurativi.
Anche il
controllo di un eventuale pacemaker o di una terapia farmacologica può beneficiare dell’esecuzione di un Holter cardiaco. Al paziente
non si richiede alcuna preparazione particolare, se non per prudenza il portare con sé eventuali risultati di esami precedenti.
Quando si parla di Holter cardiaco, ci si chiede come si applica e se l’operazione sia fastidiosa:
né dolori né particolari disagi sono avvertiti durante l’applicazione, che è estremamente semplice. Il medico o l’infermiere dispone dai 6 agli 8 elettrodi in punti precisi del torace del paziente, di solito nella sua area anteriore sinistra: in questo modo, si ricevono voltaggi più alti dall’ECG Holter.
In seguito, gli elettrodi vengono fissati con l’ausilio di appositi cerotti, in modo da evitare che si stacchino. Gli elettrodi sono collegati tramite cavi a un dispositivo di registrazione, dentro il quale vengono inserite le batterie. All’avvio, inizia la registrazione vera e propria e compare di conseguenza la traccia elettrocardiografica sul display dell’apparecchio.
Questo viene protetto da una custodia e fissato al torace tramite una tracolla o una cintura. In alcuni casi, per renderlo ancora più stabile e proteggere gli elettrodi, si fa indossare al paziente un’apposita canotta aderente a rete.
Prima della procedura, è comunque necessario che il paziente comunichi al medico
eventuali allergie, in quanto in alcuni rari casi potrebbe emergere un’intolleranza all'elettrodo o ai cerotti. Inoltre, può rendersi necessaria la rasatura del torace, in modo da permettere agli elettrodi di aderire perfettamente alla pelle.
Una volta applicato,
l’Holter cardiaco come funziona?
Durante il tempo prestabilito,
registra gli impulsi elettrici del cuore durante le attività quotidiane standard del paziente, comprese quelle che mettono brevemente il cuore sotto sforzo: anche semplicemente salire le scale, correre, ecc.
Durante tutta la durata dell’esame, i
l paziente dovrà annotare orari e particolari di pasti, riposo ed eventuali attività insolite, compresi sforzi particolari: potrà farlo su un apposito diario che riceverà il giorno stesso dell’applicazione dell’Holter dinamico.
Oltre alle suddette attività, dovrà anche
segnalare eventuali sintomi in relazione. Una volta trascorso l’arco temporale ritenuto necessario dal medico, il paziente torna presso la struttura per far rimuovere il dispositivo e tutti i componenti. Il referto verrà in seguito esaminato dal cardiologo.
L’ECG Holter può essere applicato
per 24 ore, ma anche 48 o 72, fino ad arrivare a un Holter cardiaco mantenuto
per 7 giorni.