10 giugno 2024

Esposizione ai composti cancerogeni: la protezione in ambiente di lavoro

lavoro in laboratorio
Sono definiti tumori professionali o occupazionali quelle neoplasie che sono provocate dall'essere esposti e a contatto - soprattutto per lungo tempo - con sostanze cancerogene che sono presenti nell’ambiente lavorativo.

L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro IARC, organismo che coordina la ricerca sulle cause dei tumori e sui meccanismi della carcinogenesi all’interno dell’OSM stima che il 3,9% di tutti i tumori diagnosticati nel mondo siano collegati all'esposizione ad agenti cancerogeni in ambito di lavoro. Secondo il sistema di monitoraggio dei tumori professionali attivato in Italia ogni anno ne vengono diagnosticati circa 8mila.

“Definire qual è il ruolo dell’esposizione ai composti cancerogeni nell’attività lavorativa rispetto all’insorgenza della patologia può essere complesso: le neoplasie hanno solitamente una lunga latenza, a volte di diversi decenni e anche l’iter della diagnosi rispetto all’inizio dell’esposizione può essere prolungato perché spesso coesistono diversi fattori di causa che concorrono insieme” – spiega il dottor Gianmarco Aondio Responsabile dell’Oncologia di G.B. Mangioni Hospital di Lecco struttura polispecialistica accreditata SSN.

Tra i principali fattori di rischio oncologico interagiscono ad esempio:
  • gli inquinanti ambientali come l’inquinamento stesso, il gas radon e le radiazioni solari
  • gli stili di vita non corretti come il tabagismo, il consumo di alcol, le cattive abitudini alimentari e la sedentarietà
  • i fattori genetici ed ereditari. 

La protezione sul posto di lavoro

Il datore è tenuto ad una sorveglianza sanitaria con controlli periodici specifici: gli agenti cancerogeni e le sostanze pericolose devono essere eliminati o va ridotto il livello di esposizione al più basso possibile tecnicamente.

Per l’attività di prevenzione e per la consapevolezza dei rischi è fondamentale la sorveglianza epidemiologica dell’esposizione e delle neoplasie collegate.

Si deve all’Inail la pubblicazione del 2023 Nel volume sono riepilogati i dati relativi ai registri di esposizione ad agenti cancerogeni nei luoghi di lavoro in base al sistema di sorveglianza inserito nel Decreto legislativo n. 81/2008: sono rilevate le circostanze di utilizzo degli agenti cancerogeni così da identificare le categorie , i territori più coinvolti e viene analizzato l'andamento dei livelli di esposizione proprio per avere una base di informazioni per realizzare studi epidemiologici.

Ci sono tumori maggiormente correlati con l’esposizione durante il lavoro?

Il mesotelioma può insorgere in diversi organi come pleura, peritoneo, pericardio e testicolo e in gran parte è conseguenza dell’esposizione all’amianto che in Italia è bandito dal 1992 sia nell’estrazione che nella lavorazione e commercio. Oltre al mesotelioma, l’inalazione di fibre di amianto può essere la causa di tumori del polmone, della laringe e dell’ovaio.

I nuovi casi di mesotelioma in Italia sono ogni anno 1.800. Oltre a questi si registrano almeno 500 casi di tumore naso-sinusale soprattutto tra i lavoratori a contatto con il cuoio e con le polveri del legno.
“I materiali lavorati e le sostanze con cui entriamo in contatto sul posto di lavoro – specifica il dottore - incidono fortemente anche su altre tipologie di cancro come quelli a polmone, sangue, laringe e vescica. Da evidenziare è anche l’incidenza dei tumori della pelle provocati ad esempio dalle radiazioni solari per categorie che lavorano spesso all’aria aperta come gli agricoltori e gli addetti all’edilizia e alla pesca.”

Quali sono le indicazioni per la prevenzione

Negli ultimi decenni si stanno ampliando gli studi e la consapevolezza delle conseguenze dell’ampio utilizzo e dell’accumulo nell’ambiente delle sostanze chimiche artificiali come è successo per l’amianto dagli anni Ottanta.

Vediamo alcuni esempi di come proteggerci negli ambienti di lavoro in cui si entra in contatto con materiali come il nichel, la formaldeide, la silice.

Nichel: gli organi bersaglio

L’IARC ha classificato come cancerogeni per l’uomo alcuni composti del nichel. Il nichel fa parte della categoria dei metalli pesanti, è di colore grigio-argenteo, duttile e facilmente lavorabile. Si può essere esposti al nichel nelle fasi di produzione dell’acciaio, durante la saldatura, nell’industria chimica, nella produzione di coloranti e nella produzione di batterie. ? presente anche nell’ambiente, rilasciato dalle industrie che lo impiegano e dagli inceneritori.
Gli organi che subiscono le conseguenze dell’esposizione sono soprattutto i polmoni e la cavità naso-sinusali. I lavoratori esposti per inalazione subiscono effetti sulla pelle e sui reni.
Per proteggersi è bene utilizzare guanti che isolano dalle sostanze chimiche, visiere specificamente dotate anche di protezione laterale ed è bene difendere le vie respiratorie soprattutto nel caso in cui si generino le polveri.

Formaldeide: le professioni più a rischio

Nel 2016 è stata classificata come cancerogena dall’UE e le figure maggiormente a rischio sono gli operatori sanitari, gli addetti al trattamento del legno o impegnati nella lavorazione delle resine sintetiche. Teniamo presente che la formaldeide si utilizza anche nella produzione di disinfettanti e cosmetici.
Il suo assorbimento avviene a livello respiratorio e l’esposizione è collegata all’insorgere di leucemie e tumori naso-faringei.

Per difendersi è bene utilizzare dispositivi di protezione individuale, prevedere l’uso di contenitori che impediscono o riducono le fuoriuscite di vapori. Inoltre, è bene mantenere basse temperature sia durante il trasporto che durante la conservazione nei laboratori o in sala operatoria ed è bene anche lavorare sempre in ambienti con un adeguato ricambio d’aria.

Silice: le misure di prevenzione

La silice cristallina è stata classificata cancerogena dalla UE nel 2020: è presente in numerose attività come nei settori estrattivo, manifatturiero, farmaceutico e nel settore delle costruzioni. Si utilizza ad esempio nell’industria, del vetro, ceramica, della plastica e della gomma. I materiali che contengono silice diventano pericolosi quando vengono sottoposti a lavorazioni che causano il rilascio di polveri.
Il rischio per la salute aumenta sia con l’aumentare della quantità respirata che con la durata dell’esposizione e gli organi a maggior rischio neoplastico sono i polmoni e i reni.

Per ridurre i livelli di esposizione è prevista l’installazione di appropriati impianti di aspirazione e l’impiego di dispositivi di protezione individuale per l’apparato respiratorio oltre all’adeguata pulizia di locali in tutti i momenti del ciclo di lavorazione.
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Revisione medica a cura di: Dott. Gianmarco Aondio

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