Quando si parla di
osteopatia, si pensa quasi sempre a disturbi come il dolore al collo, il mal di schiena, la rigidità articolare o il male ai muscoli. Anche se il trattamento dei disturbi osteoarticolari è certamente uno dei principali obiettivi del trattamento manuale osteopatico, esistono molti altri sintomi che possono essere gestiti grazie all’aiuto di un osteopata.
In questa intervista abbiamo parlato dei vantaggi dell’osteopatia e delle sue applicazioni con il
dott. Fabio Casacci, specialista di Medicina Fisica e Riabilitativa presso
l'Ambulatorio di Fisiatria di
Ravenna Medical Center e diplomato in Osteopatia presso la scuola OSCE-Ostheopathic Spine Center Education.
Quali vantaggi ha il trattamento osteopatico?
La terapia manuale osteopatica ha tra i suoi pregi quello di considerare il paziente nella sua totalità. Anche quando si presenta un paziente con un sintomo o un disturbo particolare, è comunque importante
considerare la persona in modo globale e non limitare il trattamento solo all’area interessata dal sintomo. Per questo, l’osteopata procede in genere con una valutazione complessiva di tutte le “sfere” dell’individuo come
l’area viscerale (relativa alla motilità gastro-intestinale, polmonare, genito-urinaria), la sfera
osteomuscolare e le
afferenze neurovegetative.
Infatti, a prescindere dai sintomi, uno degli aspetti fondamentali della terapia manuale osteopatica è proprio quello di
ripristinare l’equilibrio del sistema neurovegetativo, cioè tra il sistema nervoso simpatico e il sistema nervoso ortosimpatico.
Per quali tipi di sintomi è adatta l’osteopatia?
Oltre ai disturbi osteoarticolari, ci sono molti altri sintomi che possono essere trattati dalla terapia manuale osteopatica, come:
- Disfunzioni gastro-intestinali, quali il reflusso gastroesofageo o la stipsi;
- Sintomi legati all’apparato riproduttore femminile, come i dolori mestruali o quelli associati all’endometriosi;
- Attacchi di emicrania ricorrenti;
- Alterazioni del ciclo sonno-veglia in persone che soffrono di insonnia.
Inoltre, il trattamento osteopatico può essere utile in caso di
traumi. In seguito a un incidente o a un infortunio, molte persone sviluppano disturbi cronici che faticano a risolversi. Per esempio, il cosiddetto
whiplash, o colpo di frusta, può provocare disturbi che hanno una base neurovegetativa, come sintomi gastro-intestinali,
insonnia o attacchi di
emicrania. In questi casi, il trattamento manuale osteopatico può essere utile per cercare di riequilibrare il sistema neurovegetativo.
Che cosa ci si può aspettare da un trattamento manuale osteopatico?
L’obiettivo del trattamento osteopatico è quello di
coadiuvare la gestione del dolore cronico, cioè si affianca ad altri trattamenti nel caso di condizioni che non sono risolvibili con altre terapie o che richiederebbero dosi molto più alte di terapie farmacologiche. “Il trattamento osteopatico non ha l’obiettivo di curare direttamente la patologia – chiarisce il
dott. Casacci – ma di aiutare il paziente a gestire meglio i sintomi, diminuendo il dolore associato al disturbo, riducendo la frequenza delle riacutizzazioni e diminuendo, se possibile, il ricorso a trattamenti farmacologici”.
In generale, è importante tenere a mente che il trattamento osteopatico in alcuni casi non ha una durata infinita: il riequilibrio viscerale o articolare non dura per sempre, ma questo non sminuisce il vantaggio di un trattamento che permette comunque di ridurre l’intensità o la frequenza dei sintomi e portarli a un livello di intensità molto basso. Inoltre, l’osteopatia non ha un intento rieducativo: è un trattamento completamente passivo, in cui il paziente giova di un trattamento manuale che viene svolto dall’osteopata.
In che cosa consiste il trattamento osteopatico?
In generale, sia per i disturbi osteoarticolari sia per i sintomi a carico di altri apparati, il trattamento manuale osteopatico richiede
circa 3-4 sedute, necessarie per raggiungere un primo miglioramento dei sintomi. Le sedute si possono tenere a intervalli variabili, di una o due settimane a seconda del bisogno.
In seguito, il trattamento può proseguire in base alle esigenze della persona e all’andamento dei sintomi. Per esempio, nel
trattamento di mantenimento la persona può ricorrere a una seduta quando nota una ricomparsa del disturbo: questo permette di tenere sotto controllo i sintomi di una condizione cronica ed evitare il loro peggioramento.