Maria Beatrice Hospital / 15 luglio 2015

Gestione del Rischio Clinico, tra i fattori più apprezzati nella verifica di accreditamento di Maria Beatrice Hospital

Gestione del Rischio Clinico, tra i fattori più apprezzati nella verifica di accreditamento di Maria Beatrice Hospital

Oltre il 95 per cento dei requisiti corrisposti: la Commissione tecnica della Regione Toscana promuove a pieni voti Maria Beatrice Hospital di Firenze - ospedale di Alta Specialità - al termine della verifica di accreditamento condotta ogni tre anni sulle strutture pubbliche e private che erogano prestazioni per conto del Servizio Sanitario Nazionale.


Al più che soddisfacente risultato di valutazione espresso dalla Commissione regionale, concorrono, tra le altre, le buone pratiche messe in atto nell’ambito del cosiddetto rischio clinico, ovvero nella prevenzione e gestione degli errori che possono avere conseguenze dirette, anche gravi, sulla salute dei ricoverati.

La promozione e la diffusione di una consapevole, consolidata cultura della sicurezza è indispensabile ai fini di un’attenta, accurata mappatura dei possibili accadimenti ed errori conosciuti in ogni più piccolo settore sanitario. Il compito del Clinical Risk Manager – spiega la Dottoressa Seanne Azzolina, perfusionista a Maria Beatrice Hospitalè quello di far comprendere quanto il rispetto delle procedure venga in aiuto al personale medico, infermieristico e tecnico favorendo la loro attività nell’interesse del paziente. La formazione gioca un ruolo primario affinché azioni e comportamenti siano sempre indirizzati ad evitare il ripetersi di condizioni e situazioni critiche per i pazienti e lo stesso operatore. La figura del Risk Manager è coadiuvata da altre professionalità quali i facilitatori, che quotidianamente interagiscono con gli infermieri, i chirurghi, gli anestesisti, i cardiologi, i tecnici di laboratorio allo scopo di raccogliere le segnalazioni di eventi potenzialmente dannosi o non conformi ai protocolli adottati, evidenziando le problematiche da affrontare. Al Risk Manager è in capo l’assunzione dei provvedimenti – che non hanno carattere sanzionatorio o disciplinare, poiché chi ha sbagliato è il primo a rimanerne coinvolto a livello emotivo e psicologico – al fine di ribadire e rinforzare i capisaldi del sistema di controllo, senza cedere alla colpevolizzazione”.

In cosa consistono queste buone pratiche?
Per ciò che concerne il rischio clinico si tratta soprattutto di azioni e comportamenti validati con il supporto della letteratura scientifica a livello internazionale: corretto utilizzo del sangue durante una trasfusione e metodiche correlate; manualità e perizia nell’impiego delle apparecchiature diagnostiche e di sostegno all’interventistica; identificazione del paziente per mezzo del braccialetto che riporta nome e cognome così da non incorrere in sviste terapeutiche; format e compilazione della cartella clinica. Nel contesto strutturale vero e proprio, seguono indicazioni e raccomandazioni – comprese quelle ministeriali – mirate a prevenire, ad esempio, le cadute accidentali in ambito ospedaliero: check-list alla mano, gli incaricati esaminano la qualità della pavimentazione. O, ancora, l’idoneità degli arredi e dell’illuminazione, la fruibilità e disponibilità degli spazi ricettivi per degenti e familiari, l’accessibilità, i servizi igienici”.

Quali gli aspetti organizzativi e logistici di Maria Beatrice Hospital che hanno contribuito al raggiungimento del 95,5 per cento dei requisiti?
La Commissione regionale ha mostrato particolare apprezzamento per la cura e l’attenzione posta al tema del rischio clinico e alla formazione del personale medico ed infermieristico che qui da noi raggiunge il 90% (più del 70 per cento invece la formazione somministrata al personale amministrativo, ndr). Sottolineando altresì positivamente l’adesione alle raccomandazioni ministeriali e buone pratiche per la sicurezza; la gestione computerizzata del conto deposito delle protesi chirurgiche (carico, scarico, tracciabilità) e soffermandosi poi sulla completezza della Carta dei Servizi all’interno della quale è stato dedicato un capitolo al rischio clinico in cui spieghiamo a pazienti e familiari le dinamiche del processo e come partecipare. La Carta dei Servizi contiene infatti i nomi dei medici in servizio a Maria Beatrice Hospital, delle caposala e dei facilitatori di cui accennavamo in precedenza”.

Pazienti e familiari come vivono l’invito alla cultura della sicurezza?
Vivono bene l’invito. Specie quando si parla di corretta identificazione del paziente e del braccialetto da indossare. Comprendono gli accorgimenti predisposti e la volontà d’incentivare la cultura della sicurezza di chi è sottoposto a trattamento specialistico. L’informazione nei loro confronti è continua e costante con l’obiettivo di sensibilizzarli e renderli partecipi delle scelte. Personalmente – aggiunge Azzolina – ogni tre mesi mi preoccupo di effettuare riscontri diretti e capire se il messaggio è sufficientemente chiaro o bisogna apportare modifiche”.

A che punto siamo in Italia e in Toscana in tema di rischio clinico?
Dati precisi ne avremo a breve a conclusione del primo congresso nazionale, a Bari, dei Clinical Risk Manager. La Toscana, al pari dell’Emilia Romagna, è senza dubbio leader nella gestione del rischio clinico. Nel 2013 ha celebrato il decimo anniversario della costituzione del Gruppo che ha fatto da precursore per tutte le altre Regioni del nostro Paese. Un risultato ottenuto sulla scorta dell’esperienza maturata dal Dottor Riccardo Tartaglia, considerato il maggior esperto in materia; e questo in tempi non sospetti, in un’epoca in cui la figura del Risk Manager non era ancora obbligatoria. Il mio contributo negli ultimi mesi si è concentrato sulle relazioni al X° Congresso Nazionale Anpec (Associazione Nazionale Perfusionisti in Cardiochirurgia) dal titolo Clinical Risk Management in Cardiochirurgia svoltosi a Genova; al 46° Congresso Nazionale ANMCO di Milano (Clinical Risk Management on Extracorporeal Technology: Differences In Displayed Blood Pump Flow); al 16° European Congress on Extracorporeal Technology di Cracovia e sull’attività svolta nel Consiglio Direttivo dell’Associazione Nazionale Perfusionisti in Cardiochirurgia per la quale mi occupo, in qualità di Caporedattore, della rivista associativa e del corrispondente sito web”.

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Questa è la conclusione della verifica di accreditamento con il punteggio ed i punti di forza. In evidenza quelli inerenti al rischio clinico.
RAPPORTO DI VERIFICA ACCREDITAMENTO
Legge RT n. 51/2009
STRUTTURA SANITARIA PRIVATA
Percentuale requisiti totali soddisfatti dopo la Verifica
43 si, 2 no, 1 non pertinente 43/45 (95,5 %)

Tra i punti di forza rilevati durante la visita si segnalano:

- Scorte di farmaci in reparto adeguate ai fabbisogni e quindi più agevolmente gestibili
- Sistema di tracciabilità degli impiantabili informatizzato e di gestione del conto deposito
- Contestualizzazione e adattamento delle raccomandazioni ministeriali sul percorso chirurgico (check list di sala operatoria)
- Apprezzabile in generale l’investimento svolto sul sistema di gestione del rischio clinico attualmente vigente e la responsabilizzazione e la valorizzazione dei professionisti coinvolti (es, facilitatori riportati nella Carta dei Servizi)

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