Servono solo dieci minuti e 10 mL di sangue: questo l’occorrente per poter ottenere il “
gel piastrinico”, un composto che facilita e soprattutto accelera la riparazione biologica di traumi a cartilagini e tendini.
Come è noto, le piastrine sono cellule il cui ruolo è proprio quello di
riparare le lacerazioni dei tessuti, bloccando il sanguinamento e chiudendole ferite.
Ed è proprio questo il principio che ha portato all’innovazione del “gel piastrinico”, procedura ormai diventata di consuetudine sia a livello intraoperatorio che ambulatoriale. Ne abbiamo parlato con il
dott. Mario Tartarone, direttore del dipartimento di Ortopedia e Traumatologia dell'
Ospedale San Carlo di Nancy di Roma
A cosa serve il gel piastrinico
Il composto permette di
velocizzare il naturale processo di riparazione dei tessuti. A partire dal normale funzionamento piastrinico, può essere utilizzato in diversi distretti del corpo del paziente. Viene utilizzato a livello di
articolazioni per i danni cartilaginei, comprese forme iniziali di artrosi o sofferenza della cartilagine, ma anche per danni a livelli tendinei, come tendiniti molto frequenti negli sportivi quali il “gomito del tennista”, la tendinite rotulea e la tendinite dell’achilleo.
La procedura
Il gel piastrinico si ottiene grazie ad
un semplice prelievo di sangue periferico. La siringa riempita viene apposta all’interno di una centrifuga dedicata, in grado di separare la componente sierosa del sangue da quella piastrinica. Il risultato è quindi un concentrato di circa 2,5 mL con una
elevatissima concentrazione di cellule piastriniche. Questo siero viene quindi iniettato localmente laddove è presente il danno, a livello sia tendineo sia intra articolare, innescando una risposta riparativa da parte dei tessuti. La procedura si può svolgere sia
intraoperatoriamente, a seguito ad esempio di una ricostruzione del menisco, ma anche
ambulatorialmente.
I vantaggi del gel piastrinico
L’utilizzo ampiamente diffuso del gel piastrinico è dovuto ad una caratteristica fondamentale: la sua origine. Trattandosi di un
composto ottenuto direttamente dal sangue del paziente, esso infatti non presenta alcuna controindicazione, poiché vengono escluse reazioni allergiche o avverse. Inoltre, essendo un procedimento molto semplice avendo a disposizione un'appropriata strumentazione,
non comporta problemi di reperibilità. I risultati inoltre sono ampiamente registrati e confermati: comporta una riduzione del dolore ed un recupero più rapido.