Le indicazioni di trattamento dipendono dalla valutazione che è stata effettuata, così come del contesto in cui si trova a vivere il paziente e della qualità di vita che gli si può offrire. Il primo obiettivo è la prevenzione di un eventuale peggioramento della scoliosi, unito alla prevenzione e al trattamento di dolori, problemi cardiaci e disfunzioni respiratorie.
Scoliosi e trattamento fisioterapico
In genere, la prima opzione per affrontare la scoliosi idiopatica è il
trattamento fisioterapico, che si svolge individualmente con la guida di un fisioterapista specializzato. Il programma stabilito prevede inoltre anche alcuni esercizi che il paziente potrà eseguire in autonomia a casa.
La fisioterapia per scoliosi può avere come obiettivi la rieducazione posturale, la coscientizzazione della respirazione, l’autocorrezione, il controllo della propriocezione (ovvero della percezione del proprio corpo), la correzione dell’assetto sul piano sagittale. In combinazione con gli esercizi, il paziente può indossare un
corsetto rigido o semirigido, che limita la scoliosi nel suo percorso progressivo.
L’utilizzo di questo strumento, costruito e personalizzato da un tecnico ortopedico, è sempre basato sulle indicazioni del medico, che ne stabilirà i termini sulla base delle esigenze del singolo paziente.
Se però la diagnosi ha rivelato un alto livello di rischio evolutivo e la patologia è congenita o secondaria, ci si deve affidare al chirurgo ortopedico vertebrale per la valutazione di un’
operazione per trattare la scoliosi.
L’operazione per la scoliosi
Gli interventi per la scoliosi possono essere eseguiti anche in 别迟à molto precoce,
fin dai 2 anni per i pazienti che manifestino una deformazione particolarmente aggressiva. Il fine di un’operazione alla colonna vertebrale per la scoliosi è quello di fermare il peggioramento della curvatura, andando a correggere la deformazione e la rotazione dei corpi vertebrali.
In questi casi, è indicata l’
artrodesi vertebrale dorsale, in particolare per via posteriore, quindi con un’incisione nella zona centrale della schiena. Con questa procedura chirurgica, da eseguire in anestesia totale, è possibile fondere le ossa della colonna vertebrale, impedendone il movimento.
L’operazione prevede l’utilizzo di impianti in titanio o acciaio, ma sono disponibili anche impianti non metallici.
Per saldare ulteriormente la fusione, il chirurgo può anche ricorrere a un innesto osseo, prelevato da un osso del paziente o di un donatore oppure di origine sintetica.
? possibile eseguirla a cielo aperto, ma è stato studiato anche
un intervento per la scoliosi mininvasivo, con incisioni più piccole e tempi ridotti, che permette al paziente di tornare a camminare nel giro di pochi giorni e lasciare l’ospedale dopo una settimana.
? da sottolineare che, quando si tratta di interventi per la scoliosi,
il rischio più temuto è il danno neurologico.
Fra le tecniche di trattamento che riducono questo rischio sono da citare:
- HALO traction, che aiuta anche a migliorare la respirazione ed è indicata soprattutto per i pazienti con vaste e rigide curvature. I tempi di ospedalizzazione sono però piuttosto lunghi;
- trazione interna temporanea, da eseguire in due parti: prima si applica una barra per la trazione della curva, che in seguito verrà rimossa, e con il secondo intervento si effettua l’artrodesi vertebrale;
- Growing Rod Magnetico, l’opzione più innovativa, in cui la barra temporanea è magnetica e corregge gradualmente la scoliosi.
Nei casi più gravi, l’uso del corsetto può rivelarsi opportuno anche a seguito dell’intervento chirurgico per scoliosi.